Camminare stancamente

Il Mercoledì, a volte, è proprio un giorno perfido. Hai ancora in bocca il sapore del week end passato ben sapendo che manca ancora molto a quello successivo. Un giorno pessimo, insomma.
Ti sei alzato alla solita ora, come ogni giorno, hai adempiuto pigramente alle routine del mattino: sei andato in bagno, hai messo la moka sul fuoco e, sbadigliando, stai aspettando che il caffè fuoriesca profumato e invitante . Non sei ancora riuscito a fare un pensiero coerente, hai la testa leggera e, intimamente, ne sei persino un poco orgoglioso. E’ bello essere ancora un poco assonnati prima di gustarsi un poco di caffeina.

Osservi il gas che zampilla bluastro dal fornello e la tua inseparabile caffettiera dal manico verde da cui inizia a uscire quell’aroma intenso che tanto ti piace. Sospiri gustandoti l’attesa come un piacere solitario. Poi la rovina.

Un messaggio sul cellulare, al mattino presto, riesce a farti sussultare più del solito testimone di Geova che, secondo te, ci ha preso gusto a suonare al tuo campanello e alle tue risposte sarcastiche e persino un poco blasfeme. Al religioso non vuoi male, ormai, ma quel sms ti ha preso di sorpresa. Abbassi il gas, tanto il caffè deve venire su lentamente, e cerchi di rintracciare il cellulare per casa. Alla fine lo trovi nella tasca dei pantaloni di ieri sera e osservi i messaggi ricevuti. Una ben nota società di diffusione energetica ti avvisa che sei in ritardo con una bolletta e minaccia il distacco del contatore. Sgrani gli occhi, la parcella l’hai ricevuta ieri, e frettolosamente  la cerchi sul tavolo della cucina dove, in genere, giace la corrispondenza. Noti che è scaduta , ma ti è arrivata scaduta. Imprechi parecchio e tiri un lungo sospiro. Il caffè viene su , lo versi nella tua tazza preferita mentre decidi di risolvere velocemente la questione della bolletta. Ti vesti, come la sera precedente, metti le prime scarpe che trovi, infili chiavi e cellulare in tasca ed esci di corsa per strada.

Ti piace camminare in genere, e sebbene tu sia innervosito decidi di andare all’ufficio postale più lontano che ti venga in mente per fare due passi la mattina presto e smaltire stanchezza e ansia. Non ci riesci, cammini stancamente, non ti godi neppure quei paesaggi urbani che in genere ti piacciono tanto.  Alla fine cedi, vedi una ricevitoria e ci entri, mostri la bolletta, sganci il grano e risolvi la questione. Ma senti che qualcosa non è a posto.

Torni a casa, mani ben in tasca, testa bassa, passo da lanzichenecco infuriato.  Rientrando apri immediatamente la cassetta delle lettere trovandola vuota. “Meglio così!” ti dici mentre sali le scale.

Arrivi davanti al computer cerchi su google i  numeri della famosa agenzia e li chiami. L’operatore al telefono è cortese, professionale, ti spiega nel modo più gentile possibile che quel messaggio era una sorta di minaccia, o, come dicono loro  preavviso. Cerchi di calmarti spiegando che la bolletta è arrivata in ritardo, lui ti rassicura dicendoti che è tutto a posto.  Lo strangoleresti se non fosse così dannatamente educato.
Hai risolto la questione, sospiri a lungo e ti lecchi le labbra sentendo che qualcosa ancora non va. Forse ,ritieni, ti sei preoccupato troppo per una minaccia velata, forse ti senti in colpa per non aver camminato di più. Non lo sai e sospiri come un poeta francese.

Volgi lo sguardo in cucina vedendo un albero che si staglia su un cielo grigio, vedendo il tuo tavolo su cui giace una tazza di caffè ormai fredda, sorridi. Anche se è mercoledì nessuno ti vieta di farti un’altra caffettiera.

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