The ring of Fire

Ti alzi presto la mattina, un quarto d’ora prima della sveglia e scendi dal letto con una faccia ancora persa. Sei di fretta però, devi fare un sacco di cose e non hai tutto questo tempo.  Fumi la prima sigaretta sul terrazzo della casa di tua madre e ti senti un pò  Johnny Cash  mentre sorseggi il caffè bollente. Ti devi muovere e  allora fai tutte quelle cose che ti sei ripromesso di fare prima di andare  a prendere un treno: metti a posto, sistemi il sistemabile, chiudi a doppia mandata e , infine,esci di casa.
La domenica ti accoglie con tutta la propria freschezza e tu speri in un extra di caffeina mentre inizi a camminare , con uno zaino ciclopico in spalla, verso la stazione. La via la potresti fare a memoria ma ogni volta te la gusti e quando arrivi  destinazione ti premi con un Urania e un cornetto, Guardi l’orologio. compri il biglietto, vai al binario. Sei ancora assonnato ma sai bene che ti aspetta un riposino di un’oretta abbondante. Te lo pregusti.
Sali sulla prima carrozza che vedi, trovi un posto comodo e ti senti , di nuovo, un poco un solitary man in viaggio verso chissà dove.
Non te lo controllano nemmeno stavolta di biglietto, e quando scendi dal treno valuti l’opzione  “terza colazione” ma la scarti.
Sei ancora di fretta.
Arrivi a casa , smonti lo zaino, smonti te stesso, ti lavi, scegli i vestiti e ti prepari. Un tuo amico sta per venire a  prenderti. Ricambi cortesia con pesto della mamma.
E’ come quando sali su un palco, immagini, la tensione che c’è in certe cose.
Ci vuole un poco ad arrivare, un cambio d’auto e poi infine, dopo che ti sei perso,  arrivi.
Il tuo personale ring of fire, la tua croce , la tua delizia. La grigliata domenicale.
In fondo essersi alzato presto è stato vantaggioso

Onda su onda

Finalmente sono riuscito a farmi una giornata al mare. Una giornata piena e intensa, intendo. Ero già stato per un paio d’ore in spiaggia con uno dei miei nipoti ma oggi sono riuscito a stare molto di più. Ho la schiena rossa, non mi sono ancora fatto la doccia e sento sulle labbra il sapore del mare. Fantastico.
Tutto è nato ieri sera, quando, a cena da mia sorella ho chiesto se mi prestava suo figlio grande per un giorno. Non faccio favoritismi tra i miei nipotastri ma lui, il figlio del Gransassista, lo conosco da più tempo e sono, orgogliosamente, il suo padrino. Era un pò che non lo tenevo e mi mancava la sua compagnia.
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Facciamo che andiamo

Visto che oggi viene presentato ufficialmente, riposto la prima recensione di quello che sarà, sicuramente , il libro dell’estate!

NASCERE NOMADI

Per la rubrica Book of the Week quest’oggi posso vantarmi di fare un’anteprima, o, per lo meno, di essere uno dei primi a scrivere una recensione su questo libro.
Il libro, come avrete capito, si chiama “Facciamo che andiamo” , parla di viaggi ed è quindi adatto a questo blog, e  ho avuto il privilegio di leggerlo in anteprima mondiale.
Non è assolutamente poco, vi assicuro!

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Pizza e torta di riso.

Sono tornato a Genova ieri. Mia madre doveva partire per le terre di Puglia e abbiamo colto l’occasione per farla lavorare un poco incontrandoci tutti, o quasi, da lei con la scusa dei mondiali.
Alle sei, stranamente, eravamo in pole position: birre gelate, mega schermo matriarcale e la cena quasi pronta.
Lo viviamo intensamente il mondiale in famiglia , ognuno a modo suo.
Le mie sorelle , che in genere ostentano  un elegante e  femmineo distacco , si scatenano in urla feroci e insulti di vario genere, bevono Moretti e poco ci manca che lancino fumogeni in salotto.
Mio cognato, il Gransassista, generalmente più appassionato, si chiude in un ostinato silenzio, parla a monosillabi gutturali e scatta a destra e manca con la testa.
I nani, i miei nipoti, fanno le veci della curva: gridano, fanno cori, subiscono le cariche dei genitori che impongono il silenzio.
L’altro mio cognato, il Naturalista,  uomo di legge e dal look forense, si presenta smanicato ed emozionato come un bambino, recando due teglie di pizza fatta , a suo dire, con la pasta madre di Amurabi.
Mia madre prepara cibo per titani, quasi dovesse ospitare la nazionale a fine partita: peperonata, funghi trifolati, affettati, carciofini, e la torta di riso che le viene sempre così bene.
Tutto pare pronto per una serata mondiale.
Come è finita lo sapete tutti, abbiamo perso in modo strano, almeno per quello che ne capisco io.
Uno dei miei nipoti, il più grandicello, l’ha presa proprio male e si è chiuso in un ostinato silenzio, gli altri due, tifosi della domenica e del martedì pomeriggio, invece si sono messi a giocare.
E gli adulti? Gli adulti hanno messo un tavolo nel terrazzo e lo hanno riempito di libagioni. Hanno mangiato e bevuto, hanno esorcizzato la sfortuna e quel poco di malcontento che si crea dopo un delusione del genere. Alla fine della partita non si è parlato poi molto, anzi quasi non è saltato fuori l’argomento, tanto che, mi è venuto da pensare che, contro la malinconia e la delusione ci sia un ricetta semplice: pizza e torta di riso!!

Viaggi e Miraggi

Sarà una settimana intensa questa, me lo sento.
Ci sono un sacco di cose da fare e un sacco di questioni da risolvere. Ci sono i mondiali di calcio, la partita della nazionale, ci sono appuntamenti a cui non posso proprio mancare. Devo anche fare qualche lavatrice che i miei cassetti sono vuoti.
Ovviamente non è una sorpresa questa, sono pronto e ben disposto a fare tutto, ma stamane, quando è suonata la sveglia mi sono alzato di malavoglia. Continuavo a ripetermi che era troppo presto e che il letto sembrava comodissimo. Continua a leggere Viaggi e Miraggi

Non ho l’età!

Onestamente l’articolo avrei dovuto intitolarlo “non ho più l’età” ma non ho resistito alla citazione. E’ qualche giorno che non scrivo, una specie di piccolo blocco dopo un paio di giorni davvero creativi, la vena, si sa, quando non si è più ragazzini si esaurisce presto. Se poi si aggiunge una connessione scadente allora il quadro diventa completo.
Ma questo nomade qui non se ne è stato con le mani in mano, sia chiaro. Il caldo, la noia, la chiavetta che fa la matta, mica mi hanno fermato. Non sia mai. Continua a leggere Non ho l’età!

Senza Identità

Mi sono svegliato alla solita ora stamane, voglia di caffè e di sigarette, anche se sto smettendo. Mi sono lavato la faccia con calma e ho guardato a lungo lo specchio pensando se farmi o no la barba. Alla fine ho deciso che essere brutto con o senza non faceva poi tutta questa differenza.
Tra un mese devo partire per un viaggetto con un amico, andremo in terra pugliese per goderci il mar Ionio e fare un dieci giorni da uomini: prevedo già fiumi di birra e discorsi sconci.
Siccome sono un nomade ma non un gran viaggiatore, c’è differenza credetemi, ho chiesto a una delle mie zie, le amiche di mia madre, di aiutarmi con la prenotazione aerea. A me piace stare con i piedi per terra se devo volare , lo ammetto, un poco mi agito. E’ una cosa di famiglia, voglio credere.

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Cadenze e passi di danza

Oggi sono tornato a casa dopo qualche giorno passato in Liguria. E’ sempre una sofferenza staccarsi dalle terre natie per tornare a Mordor… cioè in Piemonte.
Siccome sono un nomade vero prendo il treno e in stazione ci vado con lo zaino da trekking , quasi partissi per chissà quale viaggio. Faccio la faccia seria, guardo tutti come se andassi alla conquista dell’Everest e cammino a passo spedito, batto persino la cadenza militare nei momenti peggiori! E’ una finta, lo so bene, ma garantisce il posto singolo sui regionali, e quindi poter stendere le gambe, ed è un ottimo refrattario per gli attacca bottone. In altri tempi, lo ammetto, ero meno orso!
In genere dormo come un cane in treno:  metto le cuffie, una playlist selezionata, e mi spingo un cappello sugli occhi ma oggi , va a sapere perché, di dormire non mi riusciva. Passo le stazioni, una per una, alla fine tolgo anche gli auricolari, quasi dessero fastidio. Mi gratto barba e testa non comprendendo il disagio e mi preparo al tedio del viaggio in solitaria.
Poi una voce, un canto, intonato, leggero, divertito.
Una ragazzina prende a cantare la canzone che gli rimbomba nelle orecchie a voce alta, senza urlare però.
Il volto del controllore diventa una maschera di indecisione tra il dovere e il piacere, la vecchia alla mia destra biascica qualcosa sul duce, presumo, le amiche della ragazza arrossiscono , e lei? Meravigliosamente canta per qualche attimo ancora rendendo il regionale Genova- Alessandria , per un istante, un palcoscenico surreale.
Avrei dovuto applaudire, lo so, ma da buon genovese mi sono goduto lo spettacolo gratis!

Il gioco del pallone

Come sapranno i miei pochi lettori io sono un rugbista, neofita, ma pur sempre rugbista. Questo non vuol dire che, da bravo italiano, a calcio non ci abbia mai giocato o che non guardi i mondiali come gran parte dei miei compatrioti; solo le partite dell’Italia però!
Quello che mi va di raccontare sono due episodi, uno , successo la sera dell’esordio azzurro, l’altro  proprio oggi.
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