Onestamente l’articolo avrei dovuto intitolarlo “non ho più l’età” ma non ho resistito alla citazione. E’ qualche giorno che non scrivo, una specie di piccolo blocco dopo un paio di giorni davvero creativi, la vena, si sa, quando non si è più ragazzini si esaurisce presto. Se poi si aggiunge una connessione scadente allora il quadro diventa completo.
Ma questo nomade qui non se ne è stato con le mani in mano, sia chiaro. Il caldo, la noia, la chiavetta che fa la matta, mica mi hanno fermato. Non sia mai.
Di tutte le cose che mi sono capitate vorrei raccontarvi di quel che ho fatto sabato. E’ qualche tempo che, come sapranno i miei lettori, mi sono appassionato al rugby e gioco, male, in una squadra old della città in cui vivo. Questo team, oltre a rappresentare egregiamente lo spirito sportivo, è anche responsabile per gli eventi culturali della associazione di cui fa parte. L’ultimo di questi appuntamenti è stata la sofisticata festa del rugby tenuta al dopolavoro ferroviario.
Ovviamente era d’obbligo l’abito nero.
Già dalle nove, alcuni di questi vecchi ragazzi, si erano presentati all’appuntamento per mettere apposto, altri , come il sottoscritto sono arrivati in tempo per il pranzo e per il primo giro di birra. La puntualità , si sa, è tutto!
Ma ci siamo dati da fare, ugualmente, e nel nostro piccolo qualcosa abbiamo fatto anche noi. Personalmente mi sono occupato di allestire un piccolo banchetto per la vendita di accessori indispensabili per i rugbisti e le loro famiglie: voi penserete a caschetti, palloni e paradenti e invece si trattava di magliette e portachiavi. Ammetto, senza modestia , che non sono stato niente male e che il risultato a casa l’ho portato!
Parlare di rugby, ormai, senza cadere nella banalità, è complicato. Si arriva sempre a fare raffronti sul calcio, a raccontare di onestà e simpatia, e io vorrei evitare perché ormai sono dati assodati.
Vi parlerò , invece, delle persone che c’erano alla festa che forse è più importante.
Prima di tutto c’erano un sacco di bambini, ma proprio tanti. Figli di rugbisti , che suona male detto così, che si sono cimentati in svariate attività tutto il pomeriggio e che la sera non si sono risparmiati affatto, alla faccia dei loro genitori che si preoccupavano di stancarli troppo.
Poi c’erano i giovani, la prima squadra, quelli che hanno lottato strenuamente per la serie B, non ci sono riusciti, ma non hanno perso l’entusiasmo e la voglia di andare avanti. Sicuramente hanno voglia di divertirsi, e infatti hanno festeggiato sino alle quattro.
Infine ci siamo noi, sarebbe meglio dire loro visto che sono nel giro da poco, che siamo i vecchi. Naturalmente non diamo il buon esempio, anzi a finire la birra abbiamo dato un apporto non trascurabile.
Ci siamo sbattuti, uno di noi ha cucinato per oltre cento persone, e dietro quel barbecue sembrava un novello prometeo portatore di fuoco.
E io? Io vendevo magliette, a ripetizione, ho aiutato, meno di quanto avrei voluto ai tavoli, e ho fatto un sacco di cagnara.
Ma l’ho pagata cara, molto cara, e se racconto il lunedì di una cosa successa il sabato, la ragione la trovate nel titolo dell’articolo
Hai ricevuto un premio 😉
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