Fango e Gloria

Sono genovese, come sapranno i miei lettori, e ho tutti i difetti tipici dei liguri.
Sono parsimonioso, un poco orso, non troppo aperto,sono assolutamente incapace di cambiare idea, insomma, sono un campione di genovesità, se mi si perdona il neologismo.
Come sa tutta Italia, nella mia città ultimamente ci sono stati non pochi problemi, certo per noialtri non è una novità ma a certe cose non ci si abitua mai.
L’opinione pubblica è venuta a conoscenza della reazione dei miei concittadini all’evento e ora tutti conoscono gli “angeli del fango!”
Vorrei poter dire di averne fatto parte, e , onestamente, avrei davvero voluto! Non sarebbe stata la prima volta per me, ho già dato il mio aiuto in situazioni simili ma questa volta sono stato trattenuto da un’inopportuna influenza che a malapena mi ha lasciato il tempo per dormire, lasciandomi davvero senza forze. Me ne dispiaccio, ma non ho potuto e non posso uscire a dare una mano e unirmi alla gente nelle strade.
L’unica nota positiva è che, da casa, ho la possibilità di avere un punto di vista personale e distaccato sulla vicenda, anche se è complicato rimanere estraneo ai fatti.
Quando sono arrivato a Genova, domenica,mi sono trovato davanti a uno spettacolo inconsueto e un poco deprimente; la stazione di Brignole era ancora sottosopra, i negozi chiusi, la gente con le facce lunghe, e tutto sembrava grigio e sporco. Fuori la situazione era ancora peggio, con i rari autobus che alzavano nuvole di polvere che, in genere, vedi nei documentari sull’Africa, le persone sporche e, se possibile, con l’espressioni ancora più tese.
In questa cornice ho visto i miei primi “angeli del fango!”, un paio di ragazze, carine, imbrattate da testa a piedi, quasi a voler sottolineare il loro impegno. Avevo voglia di ringraziarle ma poi non l’ho fatto, stavo male ed ero di malumore.
Sull’autobus ce ne erano altri, tutti con il volto sporco e le scarpe peggio, tutti armati di pale, raschietti e persino picconi ed io ero lì con i miei pantaloni di velluto e la mia giacca preferita e  mi sentivo assolutamente fuori luogo.
Tornato a casa trovo tutti i miei parenti riuniti da mia madre per un pranzo domenicale di una normalità pazzesca, quasi confortante. Una delle mie sorelle ha ancora la casa senza luce e , insieme al marito e al figlio,ha riparato dalla genitrice, il Gransassista invece lavora per la pubblica amministrazione, per cui i discorsi sono caduti sull’alluvione e sulle reazioni della gente. Io le miei idee me le ero fatte ma devo dire che la mia famiglia ne aveva di assai migliori!
Secondo le opinioni del Naturalista gli angeli del fango sono meritevoli, certamente, ma sono anche lì per far figura e andare a donne, il Gransassista, invece , dava la colpa al sindaco, le mie sorelle alla Protezione Civile, io, in gran parte, al mio raffreddore che piano piano si faceva strada.
Il pomeriggio l’ho passato scatafasciato a letto con un filo di febbre debilitante, poi , alzatomi mi sono connesso a un noto social network e ho letto i commenti , a volte contraddittori, sull’alluvione e sugli angeli del fango stupendomi che fossero così discordanti. Non voglio entrare nel dettaglio, non voglio parlare di politica, ma mi piacerebbe sottolineare un fatto che forse è passato in secondo piano, che forse le gente si dimentica, che forse è stato seppellito sotto strati di notizie che, onestamente, non c’entrano nulla!
Qui a Genova c’è stata l’ennesima alluvione, la città è stata messa in ginocchio un’altra volta, ma noialtri genovesi  ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo pulito e messo in ordine, e lo abbiamo fatto in modo spontaneo e generoso.
Genova è detta  “la superba” e sapete che idea mi sono fatto? Superba per me vuol dire  Fango e Gloria!

3 pensieri riguardo “Fango e Gloria”

  1. Ed hai ragione, lo puoi ben dire! Personalmente ammiro molto quei ragazzi…..per farsi vedere come dice qualcuno si usano altri luoghi e altre circostanze, non si va a fare fatica in mezzo al fango…..
    Buona serata, ti auguro di riprenderti velocemente 🙂

  2. Tu dici “non voglio parlare di politica”, io credo, invece, che sia proprio il caso di ricominciare a parlare di politica e a farla per cercare di incidere, prima di tutto, nella propria realtà. Altrimenti quali strumenti hai?

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