E’ di nuovo domenica, una di quelle domeniche di agosto in cui vorresti solo dormire, in cui il letto diventa più morbido, più fresco, assolutamente troppo invitante per alzarsi e riprendere la vita normale.
Devi ugualmente destarti, renderti presentabile, bere il tuo caffè, accompagnato magari da un succo d’ananas di cui ti sei scoperto goloso quest’estate. Scendi le scale e ti dirigi in cucina e lì ad aspettarti che un Gransassista, di cui ho già ampiamente parlato, tua sorella, tua madre, e tutti ti guardano in modo strano. Ti specchi nella tazza augurandoti di non aver cambiato fisionomia durante la notte, o che non ti sia spuntato il terzo occhio sulla fronte. Te lo meriteresti anche il terzo occhio della conoscenza, ma questo è un altro discorso.
“Oggi andiamo al mare!” dice qualcuno.
Tu sei pure felice, povero ingenuo bipede che non sei altro, perché sai che in spiaggia un’altra oretta di sonno non te la toglierà nessuno.
“A piedi!” sottolinea il Gransassista con quel tono di sfida e sarcasmo che viene accentuato dalla tazza di Ben Ten da cui sta sorbendo il suo caffè. Continua a leggere Pessime Abitudini
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Presagi e disagi
Lunedì mattina, mi sveglio otto etti più grasso di ieri. Si comincia proprio bene!
Cerco di sdrammatizzare e mi riprometto di stare a stecchetto per tutta la settimana poi vado in cucina e mi metto su una caffettiera piccola di caffè. Sembra una mattina normale, un inizio di settimana come tanti: ottobre non regala più giorni di sole, inizia a fare freddo e il mondo gira come sempre.
Dopo mi sono lavato e mi sono preparato ad uscire: l’inizio settimana è dedicato ad alcune faccende di routine, bollette, spesa, giro delle agenzie di lavoro, le solite cose che danno una direzione alla mia vita. Un senso unico, per lo più!
Esco di casa, bello e profumato come un modello di second’ordine , rinfrescato dalla frescura mattutina.
In fondo non sta andando così male, per ora.
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O Belin!!
Ieri sono sceso a Genova, la mia città natale. Lo faccio spesso il week end, mi piace abbandonare le terre longobarde dove vivo e venirmene in riviera, e, in genere non mi serve una scusa per farlo.
Tuttavia avevo un invito per una cena che includeva l’occasione di rivedere qualche vecchio amico e di conoscere un ristorante nuovo in cui pare ci sia il campione mondiale di pesto!
Ci siamo beccati davanti a alla stazione Brignole che il sole ancora brillava in cielo, in quella fascia oraria in cui la terra si prepara a salutarlo e dopo qualche convenevole e un poco di aggiornamento l’uno sull’altro ci siamo incamminati verso il ristorante.
Una delle cose che mi piace del camminare è che stimola l’appetito.
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Gotti e Botti
E’ venerdì sera quando un mio amico, già citato tra i mie articoli, passa a prendermi davanti a casa. Nella sua utilitaria bianca c’è quella che , tra poco più di una settimana, sarebbe diventata sua moglie. Lui è un Cacciattore, lei è Sarda.
Percorriamo la strada che ci porta dal mio paesello alla nostra destinazione in poco tempo, scambiandoci battute, ascoltando musica e facendo, mediamente, gli imbecilli. Ma così, in amicizia , senza professionismo alcuno. Parcheggiamo e facciamo una rampa a piedi, circa ottocento metri di sana e buona salita e ci prepariamo a un evento fisso del panorama estivo locale: la festa di paese.
The ring of Fire
Ti alzi presto la mattina, un quarto d’ora prima della sveglia e scendi dal letto con una faccia ancora persa. Sei di fretta però, devi fare un sacco di cose e non hai tutto questo tempo. Fumi la prima sigaretta sul terrazzo della casa di tua madre e ti senti un pò Johnny Cash mentre sorseggi il caffè bollente. Ti devi muovere e allora fai tutte quelle cose che ti sei ripromesso di fare prima di andare a prendere un treno: metti a posto, sistemi il sistemabile, chiudi a doppia mandata e , infine,esci di casa.
La domenica ti accoglie con tutta la propria freschezza e tu speri in un extra di caffeina mentre inizi a camminare , con uno zaino ciclopico in spalla, verso la stazione. La via la potresti fare a memoria ma ogni volta te la gusti e quando arrivi destinazione ti premi con un Urania e un cornetto, Guardi l’orologio. compri il biglietto, vai al binario. Sei ancora assonnato ma sai bene che ti aspetta un riposino di un’oretta abbondante. Te lo pregusti.
Sali sulla prima carrozza che vedi, trovi un posto comodo e ti senti , di nuovo, un poco un solitary man in viaggio verso chissà dove.
Non te lo controllano nemmeno stavolta di biglietto, e quando scendi dal treno valuti l’opzione “terza colazione” ma la scarti.
Sei ancora di fretta.
Arrivi a casa , smonti lo zaino, smonti te stesso, ti lavi, scegli i vestiti e ti prepari. Un tuo amico sta per venire a prenderti. Ricambi cortesia con pesto della mamma.
E’ come quando sali su un palco, immagini, la tensione che c’è in certe cose.
Ci vuole un poco ad arrivare, un cambio d’auto e poi infine, dopo che ti sei perso, arrivi.
Il tuo personale ring of fire, la tua croce , la tua delizia. La grigliata domenicale.
In fondo essersi alzato presto è stato vantaggioso
Onda su onda
Finalmente sono riuscito a farmi una giornata al mare. Una giornata piena e intensa, intendo. Ero già stato per un paio d’ore in spiaggia con uno dei miei nipoti ma oggi sono riuscito a stare molto di più. Ho la schiena rossa, non mi sono ancora fatto la doccia e sento sulle labbra il sapore del mare. Fantastico.
Tutto è nato ieri sera, quando, a cena da mia sorella ho chiesto se mi prestava suo figlio grande per un giorno. Non faccio favoritismi tra i miei nipotastri ma lui, il figlio del Gransassista, lo conosco da più tempo e sono, orgogliosamente, il suo padrino. Era un pò che non lo tenevo e mi mancava la sua compagnia.
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Pizza e torta di riso.
Sono tornato a Genova ieri. Mia madre doveva partire per le terre di Puglia e abbiamo colto l’occasione per farla lavorare un poco incontrandoci tutti, o quasi, da lei con la scusa dei mondiali.
Alle sei, stranamente, eravamo in pole position: birre gelate, mega schermo matriarcale e la cena quasi pronta.
Lo viviamo intensamente il mondiale in famiglia , ognuno a modo suo.
Le mie sorelle , che in genere ostentano un elegante e femmineo distacco , si scatenano in urla feroci e insulti di vario genere, bevono Moretti e poco ci manca che lancino fumogeni in salotto.
Mio cognato, il Gransassista, generalmente più appassionato, si chiude in un ostinato silenzio, parla a monosillabi gutturali e scatta a destra e manca con la testa.
I nani, i miei nipoti, fanno le veci della curva: gridano, fanno cori, subiscono le cariche dei genitori che impongono il silenzio.
L’altro mio cognato, il Naturalista, uomo di legge e dal look forense, si presenta smanicato ed emozionato come un bambino, recando due teglie di pizza fatta , a suo dire, con la pasta madre di Amurabi.
Mia madre prepara cibo per titani, quasi dovesse ospitare la nazionale a fine partita: peperonata, funghi trifolati, affettati, carciofini, e la torta di riso che le viene sempre così bene.
Tutto pare pronto per una serata mondiale.
Come è finita lo sapete tutti, abbiamo perso in modo strano, almeno per quello che ne capisco io.
Uno dei miei nipoti, il più grandicello, l’ha presa proprio male e si è chiuso in un ostinato silenzio, gli altri due, tifosi della domenica e del martedì pomeriggio, invece si sono messi a giocare.
E gli adulti? Gli adulti hanno messo un tavolo nel terrazzo e lo hanno riempito di libagioni. Hanno mangiato e bevuto, hanno esorcizzato la sfortuna e quel poco di malcontento che si crea dopo un delusione del genere. Alla fine della partita non si è parlato poi molto, anzi quasi non è saltato fuori l’argomento, tanto che, mi è venuto da pensare che, contro la malinconia e la delusione ci sia un ricetta semplice: pizza e torta di riso!!
Viaggi e Miraggi
Sarà una settimana intensa questa, me lo sento.
Ci sono un sacco di cose da fare e un sacco di questioni da risolvere. Ci sono i mondiali di calcio, la partita della nazionale, ci sono appuntamenti a cui non posso proprio mancare. Devo anche fare qualche lavatrice che i miei cassetti sono vuoti.
Ovviamente non è una sorpresa questa, sono pronto e ben disposto a fare tutto, ma stamane, quando è suonata la sveglia mi sono alzato di malavoglia. Continuavo a ripetermi che era troppo presto e che il letto sembrava comodissimo. Continua a leggere Viaggi e Miraggi
Non ho l’età!
Onestamente l’articolo avrei dovuto intitolarlo “non ho più l’età” ma non ho resistito alla citazione. E’ qualche giorno che non scrivo, una specie di piccolo blocco dopo un paio di giorni davvero creativi, la vena, si sa, quando non si è più ragazzini si esaurisce presto. Se poi si aggiunge una connessione scadente allora il quadro diventa completo.
Ma questo nomade qui non se ne è stato con le mani in mano, sia chiaro. Il caldo, la noia, la chiavetta che fa la matta, mica mi hanno fermato. Non sia mai. Continua a leggere Non ho l’età!
Senza Identità
Mi sono svegliato alla solita ora stamane, voglia di caffè e di sigarette, anche se sto smettendo. Mi sono lavato la faccia con calma e ho guardato a lungo lo specchio pensando se farmi o no la barba. Alla fine ho deciso che essere brutto con o senza non faceva poi tutta questa differenza.
Tra un mese devo partire per un viaggetto con un amico, andremo in terra pugliese per goderci il mar Ionio e fare un dieci giorni da uomini: prevedo già fiumi di birra e discorsi sconci.
Siccome sono un nomade ma non un gran viaggiatore, c’è differenza credetemi, ho chiesto a una delle mie zie, le amiche di mia madre, di aiutarmi con la prenotazione aerea. A me piace stare con i piedi per terra se devo volare , lo ammetto, un poco mi agito. E’ una cosa di famiglia, voglio credere.