Finalmente sono riuscito a farmi una giornata al mare. Una giornata piena e intensa, intendo. Ero già stato per un paio d’ore in spiaggia con uno dei miei nipoti ma oggi sono riuscito a stare molto di più. Ho la schiena rossa, non mi sono ancora fatto la doccia e sento sulle labbra il sapore del mare. Fantastico.
Tutto è nato ieri sera, quando, a cena da mia sorella ho chiesto se mi prestava suo figlio grande per un giorno. Non faccio favoritismi tra i miei nipotastri ma lui, il figlio del Gransassista, lo conosco da più tempo e sono, orgogliosamente, il suo padrino. Era un pò che non lo tenevo e mi mancava la sua compagnia.
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Cowboy e Skateboard
Ho passato un week end con uno dei miei nipotini, che io chiamo affettuosamente nani in omaggio alla razza fantasy del Signore degli Anelli.
Come nel libro sono piccoli, scatenati e , almeno con lo zio, sufficientemente violenti. Colpa mia, sia chiaro.
Mia sorella doveva andare a non so quale convegno in terra marchigiana insieme al marito e così mi ha chiesto di adempiere ai miei doveri di zio, cosa che faccio sempre molto volentieri, quando ne ho la possibilità.
Me lo hanno portato venerdì e se lo sono ripresi domenica pomeriggio, ammetto che era la prima volta che dovevo stare così tanto, da solo, con uno di loro. E’ stata quasi una prova generale per me che non ho figli. Continua a leggere Cowboy e Skateboard
Vecchie Strade
Ieri ero al compleanno di mio nipote. Un bambino adorabile e sincero con una faccetta che sembra fatta per le sberle e per i baci. Un diavoletto simpaticissimo. Prima di strafogarmi con il lauto pasto preparato dalla Nonna, siamo andati a vederlo partecipare a un torneo, dove, ammettiamolo, si è difeso benissimo.
Prima di andare a pranzo ho deciso di tornare a piedi e di evitare il comodo passaggio in auto offerto dal cognato di turno.
Non è un gran viaggio, ed è pure in discesa, ma avevo voglia di percorrere una vecchia strada tanto familiare. Continua a leggere Vecchie Strade
Una zona antropizzata
Domenica mattina, ore nove. Mia sorella mi chiama e mi avvisa:
“Tra venti minuti ti passano a prendere!”
Io sono lì con il caffè in mano, delle cispole negli occhi grandi come delle pigne e una cicatrice lasciata dal cuscino ancora ben stampata in viso. Nella semi-incoscienza ricordo vagamente che mio cognato mi aveva parlato di un’escursione a Portofino. E’ domenica, come detto, c’è un bel sole ma non fa caldo e mi pare una buona idea andare verso levante, a gustarmi una delle passeggiate più semplici e belle della costa ligure. Continua a leggere Una zona antropizzata