Sono genovese, come sapranno i miei lettori, e ho tutti i difetti tipici dei liguri.
Sono parsimonioso, un poco orso, non troppo aperto,sono assolutamente incapace di cambiare idea, insomma, sono un campione di genovesità, se mi si perdona il neologismo.
Come sa tutta Italia, nella mia città ultimamente ci sono stati non pochi problemi, certo per noialtri non è una novità ma a certe cose non ci si abitua mai.
L’opinione pubblica è venuta a conoscenza della reazione dei miei concittadini all’evento e ora tutti conoscono gli “angeli del fango!”
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The ring of Fire
Ti alzi presto la mattina, un quarto d’ora prima della sveglia e scendi dal letto con una faccia ancora persa. Sei di fretta però, devi fare un sacco di cose e non hai tutto questo tempo. Fumi la prima sigaretta sul terrazzo della casa di tua madre e ti senti un pò Johnny Cash mentre sorseggi il caffè bollente. Ti devi muovere e allora fai tutte quelle cose che ti sei ripromesso di fare prima di andare a prendere un treno: metti a posto, sistemi il sistemabile, chiudi a doppia mandata e , infine,esci di casa.
La domenica ti accoglie con tutta la propria freschezza e tu speri in un extra di caffeina mentre inizi a camminare , con uno zaino ciclopico in spalla, verso la stazione. La via la potresti fare a memoria ma ogni volta te la gusti e quando arrivi destinazione ti premi con un Urania e un cornetto, Guardi l’orologio. compri il biglietto, vai al binario. Sei ancora assonnato ma sai bene che ti aspetta un riposino di un’oretta abbondante. Te lo pregusti.
Sali sulla prima carrozza che vedi, trovi un posto comodo e ti senti , di nuovo, un poco un solitary man in viaggio verso chissà dove.
Non te lo controllano nemmeno stavolta di biglietto, e quando scendi dal treno valuti l’opzione “terza colazione” ma la scarti.
Sei ancora di fretta.
Arrivi a casa , smonti lo zaino, smonti te stesso, ti lavi, scegli i vestiti e ti prepari. Un tuo amico sta per venire a prenderti. Ricambi cortesia con pesto della mamma.
E’ come quando sali su un palco, immagini, la tensione che c’è in certe cose.
Ci vuole un poco ad arrivare, un cambio d’auto e poi infine, dopo che ti sei perso, arrivi.
Il tuo personale ring of fire, la tua croce , la tua delizia. La grigliata domenicale.
In fondo essersi alzato presto è stato vantaggioso
Onda su onda
Finalmente sono riuscito a farmi una giornata al mare. Una giornata piena e intensa, intendo. Ero già stato per un paio d’ore in spiaggia con uno dei miei nipoti ma oggi sono riuscito a stare molto di più. Ho la schiena rossa, non mi sono ancora fatto la doccia e sento sulle labbra il sapore del mare. Fantastico.
Tutto è nato ieri sera, quando, a cena da mia sorella ho chiesto se mi prestava suo figlio grande per un giorno. Non faccio favoritismi tra i miei nipotastri ma lui, il figlio del Gransassista, lo conosco da più tempo e sono, orgogliosamente, il suo padrino. Era un pò che non lo tenevo e mi mancava la sua compagnia.
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Mr Tambourine
“Hei mr Tamburino canta una canzone per me!”
Il caro vecchio Bob Dylan usava questa ardita metafora perché negli anni sessanta mica potevi scrivere una canzone che dicesse :” Hei dammi una dose!”. Altri tempi. Se migliori o peggiori non posso dirlo.
Ho un mestiere che rende si e no, qualcosa in cui sono abbastanza bravo ma , ammetto, non quanto vorrei per cui porto curriculum in giro, scrivo molto nella speranza qualcuno mi pubblichi un giorno, navigo, vado in agenzie di collocamento e generalmente mi sbatto abbastanza. Negli ultimi giorni, vista la canicola, sono stato pigro a riguardo, ma oggi, complice una sveglia messa forse troppo presto, ho pensato fosse una bella idea farmi due passi e riprendere la cara vecchia abitudine. Continua a leggere Mr Tambourine
Nani e Giganti
Sono tornato, per un week end, nella mia città natale; ovverosia la superba Genova. Prendo il treno per scendere, perché mi costa meno, perché mi piace andare sui vecchi regionali dai sedili comodi. Il percorso è sempre quello per arrivare in stazione : attraverso un ponte, costeggio una via piena di platani ed eccomi li nella sede locale delle ferrovie dello stato. Volevo scendere presto, arrivare per pranzo, ma il destino, a volte bizzarro , ha messo sulla mia strada una bigliettaia che, lasciato il posto di servizio si era appropriata della cassa automatica. Personalmente ci metto trenta secondi a fare qualsiasi biglietto io abbia bisogno, evidentemente lei non era altrettanto brava anche perchè dopo ogni utilizzo lavava il vetro della macchinetta. Risultato? Ho perso il treno e ho dovuto aspettare un oretta in stazione. Continua a leggere Nani e Giganti
Via Giordano Bruno
In ogni città che ho visto mi sono imbattuto in una via recante il nome del famoso filosofo. A buon diritto gli urbanisti, o chiunque si occupi di dar nome alle strade, hanno deciso di intitolare un pezzo di città a quest’uomo. Hanno fatto bene, a parer mio, perché Giordano Bruno era un tizio davvero, davvero tosto! Uno di quelle persone troppo moderne per il proprio secolo che non ha saputo, e voluto, adattarsi e per questa suo determinata ostinazione è stato arso vivo per poi ricevere delle scuse ufficiali secoli dopo. Non una persona qualunque in ogni caso.
Ma non sono qui a parlare di filosofi o eretici. Questa è la fantastica rubrica ” Street of the Week” e voglio parlarvi di una strada. Continua a leggere Via Giordano Bruno
Vecchie Strade
Ieri ero al compleanno di mio nipote. Un bambino adorabile e sincero con una faccetta che sembra fatta per le sberle e per i baci. Un diavoletto simpaticissimo. Prima di strafogarmi con il lauto pasto preparato dalla Nonna, siamo andati a vederlo partecipare a un torneo, dove, ammettiamolo, si è difeso benissimo.
Prima di andare a pranzo ho deciso di tornare a piedi e di evitare il comodo passaggio in auto offerto dal cognato di turno.
Non è un gran viaggio, ed è pure in discesa, ma avevo voglia di percorrere una vecchia strada tanto familiare. Continua a leggere Vecchie Strade
Due ore e quarantacinque minuti
Potrei iniziare raccontando la storia della mia famiglia, parlarvi di mio nonno, delle sue peregrinazioni in terre anglofone, di come sia tornato e abbia costruito, nel lontano 1911, una casa abbastanza grande da ospitare una famiglia davvero numerosa. Potrei, ma non lo farò, almeno questa volta.
La casa, tuttavia, esiste ancora e, di recente, abbiamo iniziato a fare qualche lavoretto di restauro alle strutture sanitarie della stessa.
Questa è la ragione per cui, di giovedì, ho dovuto scendere in campagna per stare un poco dietro a questa ristrutturazione. Continua a leggere Due ore e quarantacinque minuti